Il
cuore di un adulto e il coraggio di un adolescente,
la fuga dei ragazzi.
Moonrise Kingdom , esplora
la depressione degli adulti e le passioni dei ragazzi.
Wes Anderson riprende molti
degli strumenti registici che negli ultimi anni sono stati siglati con il suo
nome, e si lascia andare ad una composizione per immagini precisa e coerente,
panoramiche a schiaffo, totali simmetrici, carrelli descrittivi.
Le figure intorno ai
protagonisti (soprattutto gli adulti) trasmettono la sensazione di essere positive
o per lo meno di seguire un percorso positivo; riusciranno nonostante siano
degli abbandonati, repressi, depressi iracondi ecc… a compiere qualcosa di buono per
gli altri.
Solitamente i protagonisti
di una storia sono i personaggi che affrontano una maggiore trasformazione
(positiva o negativa), in questa storia è curioso notare che i ragazzini dall’inizio
alla fine hanno rincorso il loro obiettivo affrontando un cambiamento e una
trasformazione minori rispetto al cambiamento sopportato dagli adulti principali
implicati nella narrazione. Sam e Suzy vogliono stare insieme per fuggire dall’ incomprensione degli ambienti che gli ospitano e che gli hanno cresciuti,
durante l’alternarsi degli eventi impareranno a fidarsi degli adulti, il che è
un gran cambiamento, ma il loro scopo, il loro modo d’essere e di guardarsi,
rimane invariato e solido come anima di cemento del film; i punti di
riferimento “adulti” del film?
Captain Sharp
deciderà di seguire la sua innata empatia per Sam adottandolo.
Walt e Laura Bishop
(genitori di Suzy) saranno costretti ad affrontare i loro problemi coniugali e
personali e alla fine aiuteranno il poliziotto ad adottare Sam grazie ad una
repentina e fulminea consulenza legale.
Lo Scout Master Ward ha
imparato che molto di quello che non si può capire dalla scheda di un ragazzo
forse è scopribile parlando con lui.
Dovremmo concludere che in
questa pellicola come al solito i grandi devono crescere più dei piccoli per
stare bene? Si dovremmo!
I ragazzi; le loro battute e
le loro azioni ci spingono a capire che quando sei a conoscenza di cosa ti fa
stare bene allora hai poco margine di crescita, devi solo lottare. Sam e Suzy
sono chiari, sinceri e molto più consapevoli di gran parte degli adulti, su cosa debbano raggiungere per stare bene; così come il resto dei giovani scout quando sarà il momento di prendere coscienza e di capire che lavorare
per la felicità di un compagno è un azione importante e onorevole, non avrà più dubbi su quale sia il loro compito (aiutare Sam e Suzy nella fuga).
Sono gli adulti che come
sempre s’invischiano in dubbi e controproducenti atteggiamenti nei confronti
della vita, non sanno cosa desiderare per stare bene; si sentono soli ma non
fanno niente per avvicinarsi agli altri, sentono lontano il partner di una vita
ma non ne parlano, incolpano i figli del fatto di non sapersi relazionare.
Il capo scout alla domanda “che
lavoro fa nella vita?” risponde “il professore di matematica!”
pausa, ripensamento,
aggiusta la risposta “no il mio lavoro è fare il capo della compagnia 55, poi
sono un professore di matematica”, questa battuta è quanto meno efficace, non
tanto perché denota i capi scout come dei nerd senza una vita privata, ma
perché ci offre uno degli spunti di riflessione del film:
che tipo di risposta necessita
da un adulto la domanda “cosa fai nella vita?”,
quella data con raziocinio o
quella data con l’istinto?
Credo che la differenza sia
dovuta anche a chi pone la domanda e quanta sincerità sia realmente richiesta
nella risposta, nel nostro caso la domanda la fa un ragazzo, e quindi la risposta
non può essere complicata, non può essere fintamente razionale e adulta,
dev’essere quella che al ragazzo arriverà più forte e dev’essere quella più
onesta per il nostro capo scout. Siamo abituati da adulti a dare le risposte
più corrette per non affrontare quelle più sincere e soprattutto siamo abituati
a non rivolgerci mai le domande giuste.
Sam e Suzy, rispecchiano
tanti sogni che iniziano con la preadolescenza e finiscono con la maturità,
anche se la particolarità della pellicola è dar vita a due personalità indubbiamente
precoci. Un ragazzino alle medie forse può solo immaginare di voler scappare
con una ragazza, nella realtà cerca conforto nei gruppi di coetanei più vicini
a lui ovvero altri ragazzini! Lo stesso vale per Suzy e le ragazzine. Ma nel
film è diverso. A volte si sceglie di raccontare favole, e in questo caso la
favola parla di due ragazzini che hanno il cuore di un adulto e il coraggio di
un adolescente e quindi si lanciano nella fuga. La cosa davvero speciale è che
nella pellicola il regista sceglie di edificare queste particolari personalità
su due ragazzini che altro non sembrano se non dei veri ragazzini (perché lo
sono entrambi, gli attori avevano 12 anni), permettendoci di empatizzare con
loro, sentendoci a metà strada tra il mondo degli adulti e quello dei bimbi. Il
realismo non deve esistere in una narrazione di questo tipo, semplicemente non
sarebbe uno strumento adatto a raggiungere lo scopo del film.
Due battute potrebbero
racchiudere senza altre spiegazioni i sentimenti del film.
Suzy si arrabbia con Sam
quando mostrandogli il libro rubato ai suoi genitori dal titolo “Coping with a
Troubled Child” (affrontare un bambino problematico) scatena in lui una stupida
risata, lei scappa in tenda in lacrime come se la loro magia fosse per un
attimo scomparsa, ma pochi istanti dopo Sam aprirà quella cerniera dichiarando
“Io sono dalla tua parte”,
Cosa significa “sono dalla
tua parte”?
quando quello che proviamo
può essere racchiuso in questa frase?
Per Sam e Suzy vuol dire
credere che l’uno per l’altra non saranno mai sostituibili. Vedere i difetti le
follie o le stranezze di chi hai davanti e condividerle per assimilarle nel tuo
modo di vivere.
Se non è maturità emotiva
questa!
La seconda battuta da
ricordare, è inserita nel dialogo di Sam e Suzy sullo scoglio dal quale si vede
tutta la spiaggia del loro accampamento segreto.
Il momento, che segue il
regalo degli orecchini scarabeo da parte di Sam a Suzy, è reso ancora più forte
dall’utilizzo dei primissimi piani dei ragazzini, per niente scontato per
Anderson che ha fatto dei totali una filosofia di vita. Suzy e Sam stanno
parlando delle loro situazioni di vita, Suzy afferma che avrebbe voluto essere
orfana come lui, meglio non avere dei genitori che averli e non essere capiti. Sam dopo averla ascoltata, con gentilezza la fissa dicendole : “ Ti amo, ma non sai
di cosa stai parlando”, questa è una di quelle frasi che vorremmo dire e
sentirci dire nello stesso momento. Non esiste il momento in cui capiremo
davvero tutte le sfumature della persona che amiamo, ma esiste il momento in
cui permettiamo alla persona che abbiamo davanti di capire che l’amiamo e che
sappiamo di essere amati. In quel momento possiamo dire ed ascoltare cose senza
senso, esagerate o semplicemente superficiali ma saremo consapevoli di “essere
dalla stessa parte”.
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